Ormai siamo finiti in un pantano, lo stesso che si verifica quando finiscono le parole e si passa alle armi.Difficile difendere un regime, anche se poi dalle dolci parole di Baruda , sento la nostalgia di una terra accogliente,magari non libera.Ma come rapportarsi con la violenza di chi, infiltrando truppe speciali, finanziando ribelli più o meno attendibili, ha dato il via ad una rivolta dai contorni nebulosi, dove tutti ammazzano tutti, civili, bambini, malati, soldati, dove il futuro sembra ancora più oscuro di questo atroce presente.Ho partecipato a manifestazioni di solidarietà, più che con il regime, a favore del popolo siriano, colpevole solo di trovarsi in mezzo a interessi imperialisti da una parte, e il tentativo di mantenere in vita un regime ormai alle corde. Da poco si è votato in Libia, anche lì un regime più o meno duro è stato abbattuto, non dal popolo ma dall’intervento delle potenze occidentali oltre che alle solite note , si come il Qatar, che fornisce ribelli specializzati.Ora dire che in Libia sia arrivata la democrazia , mi sembra davvero una forzatura, io direi che è stata spazzata via una parte della storia di un paese indipendente,con cui tutti, dico tutti hanno fatto affari, gli stessi che poi hanno bombardato gli ospedali e le residenze civili, ossia i francesi, inglesi, italiani.Se questo è l’unico modo per portare la nostra democrazia, io invece credo ancora nell’autodeterminazione di un popolo, invece che ridurre tutto il mondo ad una colonia imperialista.Non conosco e non sono rossobruno, ma davvero mai come adesso è difficile schierarsi , senza cadere in contraddizioni e complicità con nazioni, che ancora ritengono di poter dominare il mondo.Ora parte il piano dell’ONU, l’organizzazione più inutile e costosa al mondo, spero che possa essere almeno un tentativo per terminare un massacro e una distruzione di una nazione tanto bella, carica di storia e cultura. Un saluto .
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